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Immagine del redattorestefaniabrunettini

Nulla è di per sé veleno, tutto è di per sé veleno, è la dose che fa il veleno.“ — Paracelso


Il metabolismo, complesso delle trasformazioni chimiche coordinate e integrate che si verifica incessantemente in tutte le cellule, è la base della vita cellulare.

Al metabolismo primario si affianca la sintesi di tutta una serie di sostanze prodotte nel metabolismo secondario, dette metaboliti secondari.La biogenesi dei principi attivi, è particolarmente complessa ma individuabile all'interno del metabolismo vegetale ed è dato dall'insieme di reazioni che avvengono all'interno di una cellula.


Le reazioni correlate della cellula vegetale, come struttura vivente, sottendono al cosiddetto metabolismo primario, da cui prendono origine i metaboliti primari: proteine, carboidrati, lipidi e acidi nucleici.

Il metabolismo cui sottendono le reazioni correlate alla vita di interrelazione con l'esterno, prende il nome di metabolismo secondario, dal quale si ricavano i metaboliti secondari: una categoria di molecole biologicamente attive con un basso peso molecolare.


Primari : Carboidrati, Grassi (lipidi) ,Ormoni (acidi nucleici), Vitamine,

proteine


Secondari: i terpeni, i fenoli e i composti azotati.

attirano gli insetti impollinatori

allontanano alcuni animali

possono essere tossiche



Si tratta di composti che derivano dal metabolismo primario del carbonio.

I metaboliti secondari delle piante sono originati da precursori del metabolismo primario ,si trovano sintetizzate dalle piante in quantità minore dalle primarie perché richiedono un elevato dispendio di energia, infatti si trovano limitate in alcuni punti della pianta o in alcuni periodi dell'anno.


La loro funzione è soprattutto relativa alla relazione con l'esterno, sono molto importanti per il ciclo della vita ecologica.

Attraggono animali, difendono da predatori o agenti patogeni , favoriscono la riproduzione o la non germinazione di altre piante.

I Tannini, sono sostanze non azotate, dalla struttura molto complessa, si trovano presenti nella corteccia ed in molti frutti non maturi .

Hanno una azione di difesa (citotossica) su batteri e funghi e furbescamente la pianta ne aumenta la concentrazione quando viene attaccata dagli erbivori , dando un gusto particolarmente amaro ad essa.

Usato in farmacopea nell'uomo come antinfiammatorio , antisettico o nei vini rossi soggetti a lunga conservazione.


Quando si ha un alto contenuto di alcaloidi, sostanze azotate a reazione alcalina, queste possiedono una certa tossicità (piccole dosi hanno effetto terapeutico ).

Si intendono ad esempio: efedrina ,morfina cocaina o caffeina ne sono esempi di rilievo


I processi metabolici primari e secondari sono strettamente connessi tra loro, poiché la cellula vegetale trae dal metabolismo primario gli elementi costruttivi per la produzione dei metaboliti secondari. Tuttavia, essa utilizza il metabolismo primario per garantire lo svolgimento del secondario, se e solo se il primario possiede il carburante sufficiente per svolgere a pieno tutte le sue funzioni normali, senza che queste subiscano interruzioni o alterazioni. Ricordiamo, infatti, che a carico della via metabolica primaria ci sono tutte quelle razioni necessarie alla cellula per determinarsi come struttura vivente.


Tutto questo perché le piante essendo ancorate al terreno e non avendo nessun modo per fuggire interagiscono con l'ambiente esterno chimicamente.

La differenza tra curativo e pericoloso/tossico lo fa la quantità di assunzione.Per molti anni il significato e il ruolo dei metaboliti secondari sono rimasti un’incognita, ritenuti prodotti di scarto e comunque senza una specifica funzione.


L’interesse per queste sostanze è aumentato tra il XIX ed il XX secolo fra i chimici, per le loro proprietà aromatiche, velenifere, medicamentose, utilizzati in seconda battuta come materiali per l’industria.

La scoperta , l'uso degli oli essenziali, fu l'inizio della scoperta delle loro immense possibilità, essi facilitano la cicatrizzazione delle ferite, regolano la traspirazione e si comportano da sostanze di riserva; gli alcaloidi regolano la crescita e rappresentano una riserva di azoto per la pianta; i tannini difendono i vegetali da infezioni fungine; alcuni fenoli e naftochinoni conferiscono particolari vantaggi nella competizione tra specie vegetali.


Da qui l'estrazione dell'olio essenziale che è l’anima della pianta, la sua componente più sottile e purificata, contiene tutti i principi attivi e le informazioni energetiche che la caratterizzano.


I più comuni componenti e principi attivi degli oli essenziali: Acidi: antisettici, febbrifughi e diuretici. Accelerano le reazioni chimiche. Alcoli: sono tipicamente antisettici, antivirali, lenitivi e antinfiammatori. La loro bassa tossicità ne consente un largo impiego in relativa sicurezza. Si trovano in oli essenziali come la Lavanda e il Tea Tree. Aldeidi: efficaci antisettici e sedativi, questi componenti spesso determinano il profumo della pianta. Un tipico olio essenziale caratterizzato da questi componenti è la Cannella. Chetoni: spesso costituiscono la struttura portante dell’olio. La loro azione antisettica e stimolante può essere molto forte, richiedono quindi una certa cautela nell’uso. Tipici la Menta Piperita e nello Zenzero. Esteri: sedativi, antispasmodici e antimicotici. Tra gli oli essenziali che li vedono al loro interno, la Salvia Sclarea. Fenoli: potenti antisettici, cicatrizzanti, antidolorifici e stimolanti, si consiglia di utilizzarli in piccole dosi. Li si può trovare dentro Timo e Origano. Sesquiterpeni: questi composti sono molto presenti nei fiori. Antinfiammatori, lenitivi e immunostimolanti. Un sequisterpene è il camazulene, che conferisce il colore blu alla Camomilla. Terpeni: da questi componenti spesso dipende il profumo della pianta. Ne esistono tantissimi tipi, il quantitativo di terpeni all'interno dell’olio essenziale può variare sensibilmente in base alle condizioni climatiche della stagione. E poi c'é il chemiotipo che è il principio attivo predominante, definisce in modo preciso il carattere dell’olio essenziale: le proprietà, le modalità di utilizzo, il profumo. Il chemiotipo si sviluppa in base al biotipo, ovvero l’insieme di fattori ambientali che incidono sulla vita della pianta e, di conseguenza nell'olio essenziale. Il tipo di esposizione solare, la qualità del suolo, la flora circostante, la temperatura, l’altitudine e gli agenti atmosferici determinano variazioni biochimiche in oli essenziali distillati da piante della stessa varietà botanica, portandoli a sviluppare percentuali differenti di principi attivi e note olfattive completamente diverse. La classificazione in chemiotipi permette di distinguere gli oli essenziali in base ai gruppi funzionali che contraddistinguono piante apparentemente simili per stabilirlo occorre analizzare il lotto di olio essenziale con esami appositi, quali la cromatografia e la spettometria di massa.

Qui trovate solo piccole nozioni , un punto di partenza ,nella quotidiano ricordate sempre di controllare i prodotti che comprate e non usate costantemente gli oli ad esempio in diffusori ambientali, non fate ingerite, come scritto sopra alcuni oli possono essere tossici.




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