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Per tanti anni ho pensato che il mio mondo avrebbe dovuto essere più semplice, circondata da animali, dai quali avrei imparato a vivere.
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I più comuni componenti e principi attivi degli oli essenziali:
Acidi: antisettici, febbrifughi e diuretici. Accelerano le reazioni chimiche.
Alcoli: sono tipicamente antisettici, antivirali, lenitivi e antinfiammatori. La loro bassa tossicità ne consente un largo impiego in relativa sicurezza. Si trovano in oli essenziali come la Lavanda e il Tea Tree.
Aldeidi: efficaci antisettici e sedativi, questi componenti spesso determinano il profumo della pianta. Un tipico olio essenziale caratterizzato da questi componenti è la Cannella.
Chetoni: spesso costituiscono la struttura portante dell’olio. La loro azione antisettica e stimolante può essere molto forte, richiedono quindi una certa cautela nell’uso. Tipici la Menta Piperita e nello Zenzero.
Esteri: sedativi, antispasmodici e antimicotici. Tra gli oli essenziali che li vedono al loro interno, la Salvia Sclarea.
Fenoli: potenti antisettici, cicatrizzanti, antidolorifici e stimolanti, si consiglia di utilizzarli in piccole dosi. Li si può trovare dentro Timo e Origano.
Sesquiterpeni: questi composti sono molto presenti nei fiori. Antinfiammatori, lenitivi e immunostimolanti. Un sequisterpene è il camazulene, che conferisce il colore blu alla Camomilla.
Terpeni: da questi componenti spesso dipende il profumo della pianta. Ne esistono tantissimi tipi, il quantitativo di terpeni all'interno dell’olio essenziale può variare sensibilmente in base alle condizioni climatiche della stagione.
E poi c'é il chemiotipo che è il principio attivo predominante, definisce in modo preciso il carattere dell’olio essenziale: le proprietà, le modalità di utilizzo, il profumo.
Il chemiotipo si sviluppa in base al biotipo, ovvero l’insieme di fattori ambientali che incidono sulla vita della pianta e, di conseguenza nell'olio essenziale.
Il tipo di esposizione solare, la qualità del suolo, la flora circostante, la temperatura, l’altitudine e gli agenti atmosferici determinano variazioni biochimiche in oli essenziali distillati da piante della stessa varietà botanica, portandoli a sviluppare percentuali differenti di principi attivi e note olfattive completamente diverse.
La classificazione in chemiotipi permette di distinguere gli oli essenziali in base ai gruppi funzionali che contraddistinguono piante apparentemente simili per stabilirlo occorre analizzare il lotto di olio essenziale con esami appositi, quali la cromatografia e la spettometria di massa.
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